domenica 28 giugno 2015

zitello non per caso,Pausa pranzo e Ada

Strano sono due anni che lavora nella stanza accanto alla mia e tranne i saluti di cortesia non avevo mai  fatto caso a Ada,a dirla tutta il suo nome l'ho saputo oggi durante la pausa pranzo,me lo ha detto lei, sono sceso tardi e i tavoli erano tutti occupati l'unico tavolo con un posto libero era quello all'angolo dietro la porta di uscita, in quel tavolo non  siede mai nessuno,è scomodo e piccolo,massimo ci possono pranzare due persone ma stando strette.
-Mi scusi, disturbo se mi siedo a questo tavolo? non ho trovato una sedia libera e mangiare in piedi come un cammello mi seccherebbe.
-Con un sorriso  mi ha  indicato la sedia davanti a lei.
-Stare cosi vicino a qualcuno senza provare a fare un minimo di conversazione mi sembrava  scortese,quindi mi sono lanciato in un impacciato:sbaglio o lei lavora nell'ufficio accanto al mio?
- Sempre sorridendo, mi fa,se ne è accorto? sono due anni che lavoro lì.
-Due anni? adesso che ci penso mi sembra che prima ci lavorasse quel ragazzo un pò strano, che arrivava sempre con il casco da ciclista in mano.Come si chiamava? coso...non mi viene il nome
-Si chiamava Luigi,abitava a 15 chilometri da qui e preferiva venire in bicicletta perché gli faceva bene al cuore,era malato sa?
-Era? è morto?
-Si è morto dopo un anno che era in malattia,io sono stata assunta come sua sostituta temporanea,poi il posto è rimasto vacante e mi hanno assunta in pianta stabile.Lei da quanto tempo lavora qui?
-(bella domanda,mica lo ricordavo,sforzandomi mi è sembrato di ricordare che erano circa una decina di anni) Forse dieci anni,non ricordo bene ( e qui mi sono arenato,non sapevo più cosa dire,azzardare domande che entravano nel personale non mi sembrava cortese).
-Lei mangia sempre cosi velocemente?
-Senti ti dispiace se ci diamo del tu,il lei lo uso solo in ufficio con i clienti e forse proprio per questo mi è antipatico usarlo quando mi ritrovo in veste di me medesimo e non del contabile dell'ufficio vendite.Io mi chiamo Marco
-Ma certamente, io mi chiamo Ada.
-Bel nome ( ma quanto sono fesso? che frase del menga!),sto mangiando veloce? non me ne sono accorto,forse ancora non mi libero dagli impicci dell'ufficio, questo lavoro prima o poi mi ucciderà.
-le piace il mio nome? era il nome di mia nonna da parte di papà.Sa è morta giovane e in suo ricordo mi hanno chiamato cosi.
-mentre parlava mi sono sorpreso a pensare: è carina peccato quel taglio di capelli da attempata,quando sorride si illumina e ho l'impressione che non sia affatto stupida nonostante la strada su cui si era messa la conversazione. Quanti anni hai?
-Lei scoppia a ridere e guardandomi negli occhi come se fossi un fessacchiotto che ha appena fatto una gaffe,44  e tu?
-Io 55( mentre lo dicevo penso di avere fatto una faccia buffa perché lei ha sorriso sotto i baffi).

aveva un modo di muoversi che mi affascinava,gli occhi sembravano di colore grigio ma non ne ero sicuro,non avevo messo gli occhiali e senza non ci vedevo gran che. Il maglioncino aveva una discreta scollatura si intuiva un bel seno anche se non particolarmente voluminoso,le tettone non mi sono mai piaciute.
-Beh,è l'età della decadenza, fino a qualche hanno fa pensavo che arrivato ai 55 l'unico traguardo che  avrei avuto  da raggiungere sarebbe stata la pensione.
-E adesso che ci sei arrivato che traguardi hai?
-Quello di andare in pensione prima di arrivare ai 70,anche se penso che di questo passo a 70 anni non ci arriverò vivo.
-Ridendo dice: le colleghe mi hanno detto che eri un tipo che dava poco confidenze e un pò antipatico,ma sbagliano sei divertente quando parli.
-le tue colleghe non mi hanno mai sentito raccontare barzellette altrimenti non avrebbero mai detto una cosa del genere.
Ci siamo messi a ridere tutti e due,solo perché non gli ho detto la verità su come racconto le barzellette.
-Non noto la fede,non sei sposata o appartieni a qualche strana religione che invece delle fedi fa uso graffette nei maglioni?
-Haha perché graffette nei maglioni?
-Perche ne hai due attaccate sul colletto
-Davvero? mentre impacciata diceva:oddio,sto rifacendo l'archivio devo averle infilate li perchè non avevo posto sulla scrivania, le toglie.
-Stavo facendo tardi,oggi dovevo uscire un' ora prima e era necessario che   finissi di lavorare la pratica che avevo sulla scivania altrimenti non avrei potuto. Devo andare il lavoro chiama,è stato un piacere conversare con te, il tempo è volato.
-è stato un piacere anche per me.
-Ciao Ada, alla prossima.
-Ciao alla prossima.
-Ho sentito l'impulso di girarmi ancora verso di lei per aggiungere,magari ci si incontra ancora un giorno di questi.
-Magari rispose lei,aggiungendo dopo una pausa,dato che lavoriamo a un metro di distanza.

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