domenica 27 gennaio 2013

perchè fotografo utilizzando il bianco e nero-i colori esistono?-li vediamo tutti allo stesso modo? cosa ci comunica il colore?

cIniziamo
Iniziamo col dire che i colori in termini assoluti non esistono,sono una interpretazione creata dal nostro cervello,che associa ad alcune (una parte molto ridotta, cioè quella visibile dal nostro apparato oculare) lunghezze d'onda dello spettro elettromagnetico,esperienze culturali fuse con esperienze emotive.Quindi si può dire con certezza che ogni individuo possiede un proprio modo di vedere i colori,questo dipende dalla struttura oculare, mentale e culturale,dalle esperienze di vita che l'individuo ha vissuto.
Quindi se nella fotografia prediligo la scala cromatica del bianco e nero,è perché ne vengo influenzato in modo diverso dal resto della scala cromatica,riesco a percepire meglio le forme, neutralizzando le troppe informazioni emotive che mi derivano dall'osservazione dei restanti colori.

La luce visibile è complessivamente bianca in quanto è la somma di tutte le frequenze dello spettro visibile. A ciascuna frequenza del visibile è associato un determinato colore. In particolare la diversità di colore o semplicemente il colore dei corpi che non emettono o brillano di luce propria, percepito poi dall'occhio umano, deriva dal fatto che un certo corpo assorbe tutte le frequenze o lunghezze d'onda dello spettro visibile, ma riemette o riflette una o più componenti o frequenze della luce bianca che, eventualmente mescolate tra loro, danno vita al colore percepito dall'occhio umano. In particolare nei due casi estremi un corpo appare bianco quando assorbe tutte le frequenze riemettendole a sua volta tutte, viceversa un corpo appare nero (corpo nero) quando assorbe tutte le frequenze e non ne riemette alcuna; in tutti gli altri casi intermedi si avrà la percezione tipica di un altro colore.
Nel caso di corpi che emettono o brillano di luce propria (ad es. le stelle e il sole, come è noto tutti i corpi al di sopra dello zero assoluto, emettono energia  elettro magnetica con potenza che è proporzionale alla loro temperatura assoluta T, secondo la legge di Stefan-Boltzman e distribuita con buona approssimazione secondo lo spettro del corpo nero di Planck con il picco di emissione che si sposta secondo la legge di Wien in funzione della temperatura T : se il corpo è sufficientemente caldo parte di questa radiazione elettromagnetica cade nella banda del visibile risultando così visibile ai nostri occhi passando dal rosso, al giallo, al bianco, azzurro e blu quanto più il corpo è caldo La percezione del colore va intesa come un evento rivelatore di una dinamica emozionale profonda, che dipende dalle caratteristiche personologiche del percepiente. In altri termini, la tavolozza cromatica interna dipende non solo dal nostro modo di percepire i colori esterni, ma anche dalla nostra specifica modalità di rivisitare emozionalmente gli stessi. Questo in relazione ad un approccio psicologico che mette in primo piano la biografia personale e gli accadimenti culturali. Ciò non toglie che la libertà di elaborazione personale dei percetti non sia totale, poiché il soggetto è vincolato da determinanti socio-storico-culturali, che vanno debitamente tenute in conto e che danno un certo spessore di credibilità a valutazioni quali quelle emergenti dai clinici che si servono di test come quello del colore. 


Sono in molti ad insistere sulla soggettività delle risposte emotive agli stimoli cromatici. Ricordiamo, per esempio, Lowenfeld V. e Lambert Brittain W. (1969), i quali ricordano che la reazione al colore sarà sempre un mezzo di espressione estremamente soggettivo. Comunque, a loro modo di vedere, non ha senso valutare la risonanza emotiva di un colore preso a se stante, ma occorre valutarlo nei diversi contesti associativi rispetto ad altri colori. Il problema è quello delle dinamiche cromatiche. Un blu associato ad un porpora può determinare una sensazione di solitudine e tristezza, mentre un porpora in un contesto giallo brillante determinerebbe un senso di solennità. Un verde accostato al giallo può significare paura, mentre può avere carattere distensivo se lo metiamo vicino ad un blu pallido.
Secondo le teorizzazioni degli autori, in genere le associazioni colori - emozioni sono piacevoli o spiacevoli. In linea di massima, i colori caldi (giallo, arancione e rosso) sono aggressivi, irrequieti o stimolanti e positivi, mentre quelli freddi (violetti, blu e verdi) sono negativi, scostanti e riservati, tranquilli o sereni. Occorre fare però attenzione alle generalizzazioni indebite, poichè i colori vivaci non implicano necesariamente vivacità emotiva. I colori, cioè, ricevono il loro contenuto emotivo tramite le relazioni in cui essi vengono rapresentati. Le relazioni sono il risultato di esperienze o associazioni soggettive, le quali, come nel caso dell'arte espressionistica possono risultare estremamente individuali.
Relativamente al modo personale di rivisitare le tinte percepite da parte di un determinato soggetto, occorre ricordare il pensiero di W. Kandinsky, per il quale il colore è un mezzo per stimolare direttamente l'anima. In merito egli amava dire che l'armonia dei colori è fondata su un solo principio: l'efficace contatto con l'anima. A suo avviso ogni colore è dotato di un proprio valore espressivo e spirituale e, di conseguenza, suo tramite è possibile rappresentare la realtà spirituale prescindendo da qualsivoglia allusione oggettiva. A suo modo di vedere, la luce colorata può avere particolari effetti sull'organismo. Da tempo, ha avuto modo di scrivere nel 1910 Kandinsky, si cerca di usare la forza del colore per aver ragione delle malattie nervose e delle tensioni quotidiane. Egli in merito rileva che si è così scoperto che il rosso ha un potere vivificante e stimolante anche sul cuore, mentre l'azzurro può portare ad una paralisi temporanea. Simili valutazioni sembrano più 'artistiche' e poetiche che scientifiche. Ciò non toglie che il principio di fondo, quello relativo all'influenza dei colori sulle nostre emozioni, possa ritenersi corretto.
Il linguaggio è espressione di un sapere profondo, che a volte può sfuggire alle riflessioni più distratte. "Hai una brutta faccia, il tuo colorito non mi piace molto". Questa espressione di un soggetto preoccupato che si rivolge ad una persona cara chiama in gioco il pallore il quale viene percepito dal valutante come un segno di stanchezza, di preoccupazione o di malattia. "Tuo figlio ha proprio un bel colorito". Ecco, come un modo di dire cromaticamente connotato che può consentire l'esternalizzazione di stati d'animo complessi e non sempre consapevolmente padroneggiati dal parlante.
Psicologicamente, più del colore è importante il suo cambiamento. Se, per rimanere sulla tinta evocante il pallore, lo sbiancamento è repentino, lo stesso può chiamare in causa emozioni quali l'ansia, la paura o, al limite, lo stupore catastrofico. "Sei sbiancato come un lenzuolo" è un'espressione che intende alludere ad un cambiamento riferibile alle emozioni provate dal soggetto osservato. Mutando colore, l'espressione facilmente coglibile nel dire quotidiano "Sei diventato rosso" suggerisce un'interpretazione del tipo: "Stai mentendo" o "Sei imbarazzato". "Sei nero, oggi hai proprio l'aria di chi ha cento diavoli per capello". Il nero, in questo caso, rinvia alla persona che scopriamo rabbuiata, che non riesce a riverberare dal suo viso luce alcuna. La persona felice, per contro, tradisce un volto radioso, luminoso, trasparente. Il nero, almeno da noi, è il colore della notte e della morte dell'intimorente e dell'ignoto. Nera è la vita grama. Nera è anche la sfortuna e la fame.



IN SINTESI, A ME PIACE LA FOTOGRAFIA IN BIANCO E NERO,ECCO, L'HO DETTO!

lunedì 21 gennaio 2013

parlando della musica,quella bella.

Durante la trasmissione radio, classic shock, su www.radioliberatutti.it, dello scorso martedì sera, mi è stato chiesto cosa ne pensavo di un concerto tenuto il giorno prima, in una delle sale di un palazzo storico, in cui si tengono spesso, concerti di vario genere musicale.
Sinceramente mi sono trovato a riflettere su quanto sia  diventato raro ascoltare e leggere recensioni sul tema,che non siano semplici promo,e probabilmente di quanto sia rischioso suscitare reazioni negative,nell'eventuale musicista,gruppo musicale,ecc , su cui si dovesse esprimere un commento non lusinghiero.
Quella sera ho espresso con sincerità il mio gradimento, e non, su alcuni generi musicali e nel frattempo ho promesso a me stesso di dire la mia,quando richiesto,sui prossimi concerti, a cui avro' il piacere, o il dispiacere, di assistere.
Devo dire che tra le centinaia di concerti a cui ho partecipato, da spettatore o come fotografo, le performance a cui avrei con piacere evitato di partecipare, sono state veramente poche,non è che tutti gli altri concerti mi abbiano entusiasmato, il livello di gradimento varia dal sufficiente, al massimo del gradimento, secondo la capacità dei musicisti,del repertorio e non ultimo del genere musicale.
Di indole sono curioso e quindi recettivo verso più generi, anche quelli più ostici per la generalità dell'ascoltatore medio,nella valutazione mi accorgo di non avere predilezione per i virtuosismi ,sono più propenso a venire coinvolto dalla capacità espressiva,la capacità di comunicazione non solo di emozioni, ma idee e personalità,attraverso le note musicali.
Per farla breve,in futuro aspettatevi di ascoltare anche le mie critiche negative oltre a quelle positive,perché credo che non si faccia il bene di nessuno,tantomeno di chi suona,esprimendo solo salamelecchi e circumnavigazioni letterariofilosofiche pur di non dire,"questo non mi è piaciuto".
Io sono un ascoltatore,non un musicista,quindi la critica sarà avulsa da sentori di gelosie e frustrazioni professionali,proprio per questo probabilmente più corrosive.L'ascoltatore medio è quello che paga il biglietto d'ingresso,il resto conta solo come abbellimento delle sale d'ascolto.
Musicsti siete avvertiti ;)
Probabilmente potro' dire addio a parecchi potenziali clienti,ma un prezzo per la sincerità bisogna sempre pagarlo!
                                                                                                      Firmato
                                                                                        il critico con smanie suicida