martedì 30 gennaio 2018

quel rifiuto immotivato

Era il tempo della libertà assoluta,quello delle musicasette ascoltate a palla (nelle macchine degli altri,nella mia avevo solo una radio anni 60),il tempo del disimpegno e delle mattane, il tempo che dicono tutti di ricordare come il migliore della propria vita, cosa su cui io non concordo,il tempo dei muscoli tonici e dei pantaloni taglia 48/50, il tempo dei capelli nero corvino, dei tanti flirt e delle infinite chiacchiere,della ricerca del lavoro anche se già lo avevi, il tempo della confusione più totale sul cosa chi e perchè,il tempo della stupidità, moooolta stupidità, sopratutto era il tempo del tempo perso, nottate lunghissime passate in riva al mare, sulle panchine a bordo lago passati a strimpellare coperti da plaid polverosi e il calore delle infinite chicchiere, pieni di quella energia che sembrava nascerti dentro e che solo poi avresti capito causata dall'eccesso di produzione ormonale, il tempo del niente vergogna e del tutto si può fare, il tempo in cui gli amici erano la cosa più importante dopo le amiche, il tempo delle scoperte e delle sperimentazioni ardite. Il mio tempo era quello delle certezze nella confusione più totale e della sottovalutazione di tutto quello che ero e avrei potuto, il tempo dell'illusione di avere tempo per sbagliare. Di quel tempo mi è rimasto poco, solo ricordi amari e nostalgici di niente se non della vita che scorreva impetuosa. Tantissime cose le ho dimenticate, altrettante non le voglio ricordare e per questo non le ricordo, tra i tanti ricordi affastagliati e confusi, poco definiti,ho dei lampi che spesso mi tornano in mente quando metto in pausa il cervello, in quei lampi trovo il consumo delle fette di cocomero comprate nelle serate estive dai rivenditori sulla strada, frappè supervitaminici che solo a quella età riesci a consumare, il vino delle fraschette, il martini rosso nei succhi di frutta,le canne e il tabacco, il piacere della condivisione, l'apertura mentale, la tolleranza, amicizie e conoscenze con personaggi assai improbabili a volte discutibili, le tante illusioni condivise con gli amici quelli veri, ovviamente il sesso che raramente era come lo si pensava(prima di farlo),veramente tanti momenti,spesso attimi,ricordo sensazioni provate per un microsecondo (cosa che non mi so spiegare data la mia capacità mnemonica assai discutibile e da tutti quelli che mi conoscono ritenuta tale), sono convinto che tanti di quegli attimi li ricordo solo io, tanto che a volte dubito che siano illusioni,attimi non vissuti,tra quelli ce ne è uno che ogni tanto mi torna in mente con un misto di sensazioni,frustrazione,vergogna,stupidità ma sopratutto l'incapacità di capire fino in fondo il perchè,sensazione che ho su molti altri momenti della mia vita sia precedenti che posteriori a quegli anni.C'eri tu, c'ero io e un gruppetto di amicizie più o meno interessate, una delle tante passeggiate, una come le altre, ogni volta che rivivo quegli attimi, ricordo perfettamente lo spirito e le sensazioni,allegro e come al solito confuso, la contentezza di averti vicino di sentire la tua voce, le tue risate, le battute sceme che si facevano quando si era tutti in gruppo, e la mia reazione di rifiuto, da me scusata malamente quando mi sono reso conto di quanto fosse stata antipatica e immotivata, reazione scattata quando ho sentito il tuo braccio leggero e tenero avvolgermi i fianchi. Eri la più bella di tutte, la più tosta e seria, mi piacevi molto, ogni volta che uscivo speravo di incontrati, forse ti amavo come si può amare a quella età, eppure mi tenevo sempre a distanza di sicurezza, avevo paura ma non ero sicuro di cosa, sapevo benissimo che eri innamorata,sapevo benissimo che il mio atteggiamento ondivago ti feriva e procurava dolore, ma non riuscivo a fare un passo avanti o il contrario. Quella sensazione l'avevo vissuta in altre circostanze prima  e l'ho vissuta in altre corcostanze dopo, se cerco un filo conduttore lo trovo sulle situazioni emotive e non so dare risposta certa, se erano procurate dalla mia paura di non essere all'altezza dell'amore altrui o dalla paura di non sapere amare, solo una cosa so di certo,avevo paura,forse per questo le mie relazioni affettive sono sempre state senza impegno,senza nessun limite ma anche senza nessun obbligo.. Momenti come quelli, con te ne ho avuti altri, per te sempre più dolorosi. Poi il tempo ci ha allontanato non ricordo quando e perchè, ma negli anni successivi mi sono allontanato da tutti e da  tutto quello che avevo fatto prima, non so nemmeno perchè ho cercato altro, altrove, non so se per curiosità, so che la vita scorre, tutto va inesorabilmente avanti, lo fa anche quando il tempo sembra fermarsi in fondo a un pozzo nero. Non ho nessun rimpianto,mi chiedo solamente  perchè tanta confusione me la sono portata dentro per decenni. Tutti quelli che hanno la fortuna di vivere più o meno a lungo hanno vissuto o vivono quegli anni, mi chiedo se per tutti sono cosi stupidi e se di questo ce ne ricordiamo abbastanza, quando quegli anni sono solo ricordi sfumati.

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